Secretaire Cappuccino ,stile Luigi Filippo in legno di noce e impiallacciatura di noce, castello interno in radica di noce con filettatura in acero, Francia, periodo prima metà dell’ Ottocento,

buono stato di conservazione, da restaurare con restauro conservativo.

dimensioni:

altezza 151 cm

larghezza massima 100 cm

profondità massima 45 cm

Tipo di mobile in uso spec. nei secoli 18° e 19°, che consta di un corpo inferiore a cassetti o sportelli, e di un corpo superiore costituito da un piano ribaltabile (calatoio), per lo più usato come piano per scrivere, e da una serie di nicchie e cassetti intorno a un motivo a edicola; viene indicata con lo stesso nome anche una piccola scrivania a gambe alte e sottili, formata da un solo corpo apribile a ribalta.

Stile Luigi Filippo (Dal 1830 al 1848)

Questo stile deriva il nome dal periodo di regno di Luigi Filippo, un sovrano la cui spiccata iniziativa in favore della borghesia finanziaria e industriale (che ne aveva peraltro favorito l’ascesa al trono) trova puntuale rispondenza nelle manifestazioni artistiche coeve.  Tramontata per sempre l’era dei grandi fasti di corte, i manufatti d’arte e con essi la mobilia, si orientano verso il nuovo cammino la cui strada è tracciata da sempre nuovi ritmi produttivi, imposti dal velocizzarsi dell’ammodernamento industriale, che ora consente di soddisfare esigenze anche a fasce sociali prima neglette.  In questa fase si assiste al passaggio della civiltà agricola a quella industriale, le città amplieranno a dismisura la popolazione e superfici abitative, si demoliscono antichi quartieri e torri medioevali per innalzare palazzi a più piani, con gran fiorire di negozi e caffè, dove si affolla la nuova borghesia imprenditoriale. Negli Anni Trenta la produzione mantenne uno standard ancora di buon livello, in ragione della grande tradizione che caratterizzava l’ultima generazione di maestri ebanisti parigini. Sono questi anni che offrono grande circolazione di pubblicazione di album che propagandano modelli di mobilia, questi testi vennero utilizzati dalle botteghe degli ebanisti per eseguire gli esemplari richiesti dalla committenza, un fenomeno che ingenerò ben presto una sorta di omologazione seriale, resa ancora più evidente dall’inizio di una consuetudine di interi arredi uniformati nello stile e nel materiale, come sale da pranzo, da letto, studi, ecc. con conseguente scadimento dei valori decorativi che perdono in originalità e si massificano. Si aggiunga che l’accesso economico di questi arredi a una sempre più vasta clientela creò fenomeni di competitività commerciale, innescando fenomeni di ribasso costante dei prezzi sempre più a scapito della qualità.